Adolescenti a rischio: cosa me ne faccio del corpo?
Cosa accade nella mente e nel corpo degli adolescenti, o addirittura in quello dei preadolescenti come appreso recentemente dai giornali, che li porta ad adottare comportamenti molto preoccupanti come la prostituzione o la violenza sessuale di gruppo? Oltre che in qualità di psicologi, la nostra stessa responsabilità come adulti e dunque anche di educatori, siamo chiamati a una riflessione attenta e dalla quale non possiamo esimerci. In questa riflessione dobbiamo però prestare cautela nell’assumere posizioni estremiste o lassiste che spesso denotano una nostra difficoltà rispetto le tematiche sessuali. Gli adolescenti e anche i più giovani hanno bisogno della nostra esperienza per crescere, e noi per offrirla abbiamo bisogno di restare loro accanto senza pregiudizi, ma sicuri che c’è un motivo profondo e di cui non possono essere consapevoli che li muove. In qualità di analisti bioenergetici abbiamo esperienza di come purtroppo il rapporto con la società (intendendo con essa l’insieme delle relazioni interpersonali fra pari, familiari e istituzionali oltre che i modelli presentati attraverso le narrazioni cinematografiche o biografiche) possa condurre a scindere il corpo dalle emozioni. Abbiamo da tempo esperienza di come questa scissione sia mantenuta dall’uso di sostanze, abitudini o convinzioni utili a mantenere una anestesia generale circa i propri stati d’animo. Alcuni adolescenti , nel conoscere il mondo anche e soprattutto attraverso i genitori, incontrano questo tipo di modalità di vita: una vita in cui è più importante il “chi sei” basato sul riconoscimento dell’altro piuttosto che sul proprio sentire, una vita in cui spesso il risultato se vincente giustifica e fa dimenticare le azioni compiute indipendentemente dalla loro moralità, e soprattutto incontrano una vita che ha dimenticato come dare dignità alle emozioni. La mente, privata della possibilità di percepire le emozioni, che dal corpo e nel corpo fluiscono diventa un organo di logica pura finalizzato a conseguire obiettivi, il corpo è strumento-macchina al servizio della mente, e questo ne giustifica la vendita, la dissimulazione e più in generale il tradimento. Si perché il corpo è vivo, e non è diviso dalla mente, questa è la storia che ci è stata raccontata per rendere l’uomo manipolabile, e che tanti mostri ha creato nella nostra storia, uno per tutti la santa inquisizione, che per salvare l’anima torturava il corpo dei peccatori; ed è per questo che si parla di tradimento del corpo. Nulla di illogico dunque se una ragazza decide di usare il proprio corpo per ottenere un oggetto che desidera, o se è funzionale a offrire un’immagine di sé vincente, infondo dal suo punto di vista il corpo è suo e ne può fare ciò che meglio crede. In questa logica ci dobbiamo domandare quante volte noi stessi vendiamo il nostro corpo, quante volte gli infliggiamo sofferenza per ottenere un lavoro o provare piacere senza ringraziarlo o senza scusarsi con lui ripromettendogli quanto prima del riposo. Spesso usiamo il corpo fino a quando questo non si ammala, a quel punto lo curiamo e se possibile scegliamo cure brevi in modo che si sia in grado di tornare all’opera quanto prima. Tornano alla mente le vicende descritte dal Verga in rosso mal pelo, in cui i giovanissimi ragazzi impiegati nelle miniere prendono a calci e legnate l’asino magro e vuoto, ma che obbediente li aiuta ogni giorno, e torna alla memoria anche quando l’asino pelle e ossa muore facendo sprofondare i ragazzi in un dolore enorme e inatteso. I nostri corpi e la nostra mente divisi combattono l’uno contro l’altro in una lotta che inevitabilmente conduce al dolore poiché uno senza l’altro è perso; è per offrire un valido modello al futuro che abbiamo il dovere di far sì che la mente abbia il coraggio di ascoltare i messaggi del corpo anche e soprattutto quando questo ci riporta ai nostri limiti.
Di Alessandro Armani