Personalità e formazione del carattere

L’Analisi Bioenergetica è lo studio della personalità umana dal punto di vista dei processi energetici del corpo. L’individuo adulto funziona contemporaneamente su due livelli: psichico-mentale e somatico-corporeo in cui unità e dualità si integrano in modo dialettico. La premessa fondamentale è l’identità funzionale tra la mente e il corpo, tra i processi psicologici e quelli fisiologici (Reich, 1949).

Possiamo dire che una persona è la somma delle sue esperienze di vita ciascuna delle quali è registrata nella personalità e strutturata nel corpo come una sezione trasversale del tronco di un albero; con il processo di crescita l’organismo umano aggiunge sempre nuovi strati, quando gli strati sono ben accessibili si forma una personalità integrata, se qualche strato è represso e non accessibile la personalità risulta in conflitto e limitata. E’ importante sottolineare come ogni livello aggiunga delle qualità diverse alla vita: il neonato porta amore e piacere attraverso il contatto con la madre, l’adulto realtà e responsabilità.

Nella personalità sana mente e corpo cooperano per promuovere il benessere; in quella disturbata i diversi livelli di funzionamento sono in conflitto e si verificano un blocco dell’espressione e limitazioni delle capacità dell’individuo di soddisfare i propri bisogni e di provare piacere.

Il piacere è l’orientamento primario di ogni organismo vivente, si configura come possibilità di espansione e contatto, percezione consapevole dell’attività ritmica, pulsante del corpo. A livello corporeo, infatti, promuove la vita ed il benessere, a differenza del dolore che viene vissuto come una minaccia all’integrità e provoca tensione e contrazione. Il corpo degli individui può presentare un’immagine mista calda/fredda: quando osserviamo un corpo il primo obiettivo è di determinare fino a che punto l’organismo sia capace di espandersi o di rispondere con piacere all’ambiente che lo circonda proprio come flusso di sensazioni di energia dal nucleo-cuore-della persona alle strutture o organi periferici.

La sequenza ricerca del piacere-deprivazione, frustrazione o punizione-ansia-difesa è uno schema generale che spiega tutti problemi di personalità da integrare con l’unicità della storia individuale e con il fattore temporale, più l’ansia è precoce e diffusa più sono strutturate le difese. Secondo l’Analisi Bioenergetica l’organismo umano nasce con una grande energia che può venire bloccata dall’incontro con l’ambiente per la mancata soddisfazione di un bisogno, a seguito di 5 diritti fondamentali (di esistere, di nutrimento, di essere rispettato, di essere libero, di amare) negati al bambino. Tale negazione evoca potenti emozioni che però non sono liberate ma vengono nascoste nel corpo attraverso un sistema di contrazioni e tensioni che impediscono l’espressione degli impulsi ed il conseguente appagamento imprigionando così la persona in uno stato perpetuo di frustrazione.

La natura e l’intensità della sofferenza hanno un ruolo centrale nel determinare la posizione difensiva: le difese hanno un valore adattivo ma limitano anche la vitalità dell’organismo e la pienezza percettiva in modo più o meno totale. In Analisi Bioenergetica i vari tipi di difese sono raggruppati in “strutture caratteriali”. La personalità è distinta dalla struttura caratteriale, quest’ultima è determinata dalla vitalità di un individuo e dall’estensione di tale forza verso l’ambiente, cioè dall’espressione degli impulsi e dalle difese erette per controllarli (Lowen, 2003). Le strutture caratteriali sono classificate, secondo una concezione evolutiva, in cinque tipi fondamentali (schizoide, orale, psicopatico, masochista, rigido), nessun individuo è puro, spesso si verifica una combinazione. Lowen (2004) offre una descrizione approfondita di tutte le tipologie e appare evidente come ognuna definisca un modo in cui l’individuo affronta il proprio bisogno di amare, la sua ricerca di intimità e il suo desiderio di piacere.

Il carattere, quindi, è un atteggiamento psichico sostenuto da un insieme di negazioni, razionalizzazioni e proiezioni e regolato in base ad un ideale dell’Io che ne afferma il valore. Si configura come miglior compromesso possibile in relazione all’ambiente ed è collegato ad un bisogno minacciato o negato, una relativa contrazione corporea e ad una dimensione ideale rappresentata dall’illusione. La struttura caratteriale è definita, inoltre, come uno schema fisso di comportamento in cui è presente un costante conflitto tra il bisogno di contrazione e l’autoespressione.

livello corporeo, si attivano delle cinture di costrizione che sono i blocchi e le tensioni croniche ed inconsce legate ai potenti conflitti emotivi repressi; l’individuo avverte un senso di trappola e ne consegue una mancata flessibilità in relazione all’ambiente oltre che a una ridotta aggressività, intesa come funzione positiva di autoaffermazione e movimento verso un obiettivo definito.

In particolare:

  1. occhi: difficoltà a prendere coscienza,
  2. bocca: difficoltà a manifestarsi apertamente,
  3. collo: bisogno di controllare,
  4. spalle-torace: difficoltà di aprirsi e difendersi,
  5. diaframma: difficoltà a respirare,
  6. addome: difficoltà di scambio,
  7. pelvi: difficoltà sessuali.

A livello ideale, come antidoto e conseguenza del dolore e della disperazione, la sofferenza emotiva viene negata dalla coscienza e rimpiazzata da un’illusione, in ogni struttura del carattere troveremo immagini, illusioni o ideali dell’Io che compensano questa offesa al Sé. L’energia viene dirottata per costruire l’illusione attraverso il controllo come funzione dell’Io e non è più disponibile per la vita quotidiana portando la persona lontana dal Sé e dal contatto con la realtà e con il radicamento al suolo.

L’individuo, dopo ripetute esposizioni traumatiche, rimane “fissato” in un conflitto emotivo che lo immobilizza e gli impedisce qualsiasi azione per cambiare la situazione: non è disposto ad abbandonare le proprie illusioni perché ciò equivarrebbe a una sconfitta dell’Io ed il flusso dell’energia rimane bloccato limitando la persona in tutte le aree della vita. La situazione che ha generato la paura e la rabbia è dimenticata e l’emozione repressa nel corpo, il processo di negazione paralizza la persona e non la fa progredire nella crescita.

In conclusione, i concetti di ideale dell’Io e immagine di Sé sono forze, quindi, in grado di opporsi all’aspirazione del corpo al piacere: l’Io esercita un controllo sulla muscolatura volontaria prima conscio successivamente inconscio quando ritira la propria energia dall’impulso. Il bambino si sottomette e sviluppa un Super Io, introiezione dell’autorità dei genitori, che controlla la personalità ed è rinforzato dalla repressione dell’aggressività. Si crea il senso di colpa che si incarna, insieme alle emozioni represse, nelle tensioni croniche del corpo.

Si verificano due conseguenze: la prima legata allo stato di cronica contrazione e spasticità della muscolatura che rende impossibile l’espressione del sentimento inibito e porta alla soppressione dell’impulso fino al punto che l’individuo non sente più desiderio; la seconda legata alla diminuzione del metabolismo energetico dell’organismo attraverso una respirazione scarsa e la costruzione di difese sostenute dall’energia ritirata dal conflitto.

Come evidenziato da Lowen (2009) ogni organismo vivente è circondato da una membrana che lo separa dall’ambiente, lo protegge dagli stimoli in arrivo e determina la sua individualità: questa membrana di separazione del corpo è anche il suo organo di sensazione e ciò che permette la percezione. Senza una membrana di confine, un movimento non darebbe origine a una sensazione o a un’emozione. Nell’organismo la membrana è composta dalla pelle e dagli strati sottostanti dei muscoli striati o volontari: i recettori tattili sono presenti in tutto il corpo, la pelle definisce i limiti interni ed esterni ed una prima progressiva organizzazione e differenziazione del Sé corporeo dall’iniziale fusione tra madre e bambino. I confini del contatto con il proprio corpo a livello personale e relazionale sono la base per la costruzione non solo dell’identità ma anche dell’intersoggettività. L’assenza di una sensazione motoria o sensoriale porta ad una disintegrazione della coscienza. La crescita della consapevolezza dell’io insieme allo sviluppo della coordinazione motoria porta all’elaborazione e alla differenziazione delle emozione dalle sensazioni generiche di piacere e dolore verso un’espansione della pienezza percettiva e della coscienza, l’Io abbraccia le funzioni di percezione e coscienza.

Una membrana troppo flessibile o che manca di coesione permetterà agli impulsi di passarle attraverso senza un adeguato controllo dell’Io scatenando un comportamento impulsivo in assenza di padronanza di Sé e di un Io forte; una membrana inflessibile dovuta a rigidità muscolare diminuirà invece l’espressione di Sé portando a mancanza di spontaneità e movimenti meccanici.

La sintesi, il punto di equilibrio, si configura come un dinamico ma costante processo di autoregolazione tra interno ed esterno nella ricerca della giusta distanza tra Sé e l’Altro in cui il corpo possa interagire con l’ambiente circostante e risuonare emotivamente di rabbia, tristezza e amore.

Di Elisa Innocenti