Lo psicologo per tutti

Lo psicologo per tutti

E’ di questi giorni l’episodio che a Fiumicino ha visto un pilota italiano essere sostituito a poco prima del decollo da un collega poiché aveva minacciato di far precipitare l’aereo se la moglie lo avesse lasciato ( http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/03/06/fiumicino-pilota-scrive-alla-moglie-se-mi-lasci-faccio-cadere-laereo-bloccato-dalla-polizia/2522962/ ). Tutti ci ricordiamo della strage arrecata dal pilota tedesco che ha deciso di trascinare nella sua follia centinaia di altre persone. Ancora qualche anno addietro, ricordiamo il Macchinista spagnolo che portò il treno a una velocità troppo alta per il solo desiderio di superare un limite, ignorando ogni disposizione di sicurezza. Questi casi sono semplicemente i più famosi a causa delle conseguenze che hanno avuto, ma il concetto di Salute inteso come semplice assenza di malattia è datato e non più sostenibile (vedi linee guida OMS). Ma in Italia permane ancora una mentalità figlia di una cultura della salute retrograda, probabilmente ancora ancorata a logiche economiche di potere che poco hanno a che vedere con la Salute del cittadino. Psicoterapeuta, oltre che psicologo clinico di alcune grandi aziende, resto veramente sconcertato quando mi relaziono alle istituzioni del nostro Paese. Ogni volta che porto mio figlio a scuola osservo con preoccupazione gli insegnanti e mi domando se queste persone, a cui affido tutto quello che realmente è importante per me, hanno un sostegno psicologico. Mi domando se le insegnanti, resesi colpevoli di violenze negli asili nido, avessero mai mai sostenuto una visita psicologica. Lo stesso accade per le forze dell’ordine che portano un’ arma in tasca; con che frequenza usufruiscono della possibilità di un supporto psicologico scevro da pregiudizi. E negli ospedali? I medici e gli infermieri hanno un vero aiuto per conciliare il loro preziosissimo lavoro e la loro vita personale? Probabilmente no. Lo psicologo e la psicoterapia restano ad oggi un scelta individuale, di cui si usufruisce solitamente solo a seguito di un “break-down”. Pochi sono coloro che riescono a ritagliarsi uno spazio di “mantenimento” della propria salute psichica. La società è cambiata: luoghi, relazioni,  impegni e ritmi mutano a velocità tali da richiedere costanti adattamenti, è richiesta un’altissima tolleranza per l’incertezza del futuro e le istituzioni pubbliche non riescono a mantenere il passo con i bisogni della popolazione. Fortunato colui che ancora ha possibilità di godere di una vita relazionale “buona” capace di mitigare l’impatto dello stress che in ogni luogo imperversa.
Compito degli psicologi è quello di uscire dai loro studi, affermare le loro competenze e assumersi la responsabilità di accrescere la salute del singolo e delle comunità.
Compito dei cittadini e superare il pregiudizio in merito al ruolo dello psicologo: chi va dallo psicologo, non è matto, ma ha l’umiltà di farsi aiutare nel prendersi cura del suo futuro e di quello degli altri. Compito di tutti è chiedere alle aziende e alle istituzioni garanzie circa i controlli che sostengono i lavoratori che hanno ruoli con mansioni di sicurezza  e salute pubblica. Chi ha in mano la salute e la sicurezza degli altri ha il dovere di farsi aiutare nel mantenere un reale benessere.
Compito della Sanità italiana è quello di integrare davvero lo Psicologo negli ospedali e nel territorio, in modo che la Salute psichica diventi un diritto per tutti.

Di Alessandro Armani